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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-14 ad oggi 2010-09-15 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

2010-09-14 Le donne non potranno indossare il niqab in negozi, parchi, scuole e mezzi di trasporto

"No al burqa in luoghi pubblici" La Francia ha votato il divieto

Ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo

PARIGI - Il senato francese ha approvato oggi in via definitiva il divieto per le donne di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Le donne non potranno più indossare il burqa e il niqab in negozi, parchi, scuole, ospedali, mezzi di trasporto, insomma in tutti i luoghi aperti al pubblico.

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

IL PROVVEDIMENTO - Dopo l'approvazione dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento, è toccato quindi ai senatori dare il via libera al disegno di legge che prevede un ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo. Il provvedimento è stato seguito da numerose polemiche, ha incassato il parere negativo del Consiglio di Stato, mentre un ricorso è stato presentato al Consiglio costituzionale.

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

Per conoscer le mie idee Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF

Il mio commento sull'argomento di Oggi è :

Per me provvedimento giustissimo.

Non è volontà di limitare libertà religiosa, ma unicamente una scelta per la sicurezza dei cittadini, da valere nei confronti di chiunque nasconde il proprio volto al riconoscimento da da parte di qualsiasi cittadino.

D'altra parte qualsiasi persona straniere è benvenuta se ha buone intenzioni e rispetta le leggi del paese ospitante, come noi dobbiamo rispettare le leggi degli altri paesi se vi ci rechiamo.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-14 ad oggi 2010-09-15

AVVENIRE

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2010-09-15

15 settembre 2010

DICHIARAZIONI

Fini: giusto e doveroso il divieto francese al burqa

Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto oggi che quella del Parlamento francese di vietare il burqa è una decisione "giusta" e "doverosa". "Quello che ha deciso il Parlamento francese in ordine al divieto del burqa credo sia non soltanto giusto, ma opportuno e doveroso in ragione di un valore che è quello della nostra Carta costituzionale in relazione alla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge", ha detto Fini, parlando durante la presentazione di un libro sull'immigrazione.

Ieri il Parlamento francese ha definitivamente approvato un progetto di legge per vietare il velo integrale - niqab o burqa - in luoghi pubblici, ponendo in caso di infrazione un'ammenda di 150 euro. La legge prevede anche una pena di un anno di carcere e 30mila euro di multa per chiunque obblighi una donna ad usare il velo integrale.

 

 

 

 

2010-09-14

14 settembre 2010

PARIGI

Francia, il divieto

al burqa è legge

Il Parlamento francese ha definitivamente approvato oggi il progetto di legge sul divieto di portare il velo integrale nei luoghi pubblici. Il sì definitivo è arrivato dal Senato sul testo già votato dall'Assemblea nazionale il 13 luglio scorso, nonostante le proteste di associazioni e Paesi musulmani, che vi vedono un atto ostile verso la loro religione.

In caso di infrazione, la legge prevede un'ammenda di 150 euro e, se c'è recidiva, l'obbligo di frequentare dei corsi di "cittadinanza". Inoltre, chiunque obblighi una donna a portare il velo integrale - niqab o burqa - sarà punibile con un anno di carcere e 30.000 euro d'ammenda.

"Vivere la Repubblica a volto scoperto, è una questione di dignità e di uguaglianza. È una questione di rispetto dei nostri principi repubblicani", ha commentato il ministro della Giustizia, Michèle Alliot-Marie.

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-09-15

Gasparri: "serve una Legge simile anche in Italia"

Fini: "Giusto il divieto di burqa"

La Lega: pronti a proporre un ddl

Il presidente della Camera: "La dignità delle donne

non può essere sottoposta a comportamenti indotti"

Gasparri: "serve una Legge simile anche in Italia"

Fini: "Giusto il divieto di burqa"

La Lega: pronti a proporre un ddl

Il presidente della Camera: "La dignità delle donne

non può essere sottoposta a comportamenti indotti"

Gianfranco Fini (Emblema)

Gianfranco Fini (Emblema)

ROMA - "Il divieto di burqa è giusto, opportuno e doveroso". Lo ha dichiarato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, commentando la decisione della Francia di vietare la possibilità di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. La terza carica dello Stato lascia intendere che sarebbe favorevole a un provvedimento del genere anche in Italia "in ragione al valore contenuto nella nostra Costituzione relativo alla dignità della donna che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge".

LEGA - Poco dopo, è il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, ad annunciare che il Carroccio presenterà venerdì un disegno di legge esattamente identico alla legge dello Stato francese. "Sarebbe infatti giusto approvare, anche nel nostro Paese, un provvedimento uguale: in tal modo risulterebbe molto più difficile per la Commissione europea contestarne la validità e i principi" spiega Reguzzoni. "Inoltre, così operando faremmo giungere un segnale molto importante a tutti gli altri Paesi europei, con l'auspicio che un provvedimento simile diventi legge in tutto il vecchio continente. Costringere una ragazza - prosegue Reguzzoni - a celare il proprio volto è una pratica che non fa parte della cultura e dei valori dell'Unione europea. Viste le dichiarazioni del presidente Fini - conclude il capogruppo leghista - auspico che l'iter del provvedimento possa essere molto breve".

PDL-LEGA - In precedenza, era stato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ad affermare che anche in Italia dovrebbe essere approvata una legge simile: "In Italia è in vigore una legge che vieta di andare in giro mascherati per garantire l'ordine pubblico. Nessuno scandalo, quindi, se anche nel nostro Paese si procede in tempi rapidi all'approvazione di una norma come quella approvata in via definitiva dal Senato francese che vieta l'uso del velo integrale in luoghi pubblici". Anche Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte ed esponente leghista, spiega che a suo avviso "vietare il burqa è giusto, e non si tratterebbe di discriminazione, bensì di uguaglianza. In Italia esiste una legge che vieta ai cittadini di circolare mascherati, basterebbe farla applicare in modo uguale nei confronti di tutti".

IL PD - "In Italia il burqa non è gradito" afferma Barbara Pollastrini del Pd. "Io - afferma l'ex ministro per i Diritti e le Pari opportunità- sono per una legislazione che preveda alcuni divieti relativi agli spazi pubblici, come le scuole, ma che tenga aperto il principio di dialogo e libertà religiosa". "Sì a una legge - conclude dunque Pollastrini. - Una legge saggia ed efficace". Secondo la senatrice Pd, Vittoria Franco, invece, "se si mette al centro la libertà delle donne e non la difesa dall'islamismo dal sapore xenofobo, vietare il burqa per legge sia sbagliato perché controproducente. Si rischia di segregare le donne in casa rendendole ancora più sottomesse all'uomo".

Redazione online

 

 

 

 

2010-09-14

L'allerta dopo una telefonata di minacce e dopo il ritrovamento di un pacco sospetto

Allarme bomba a Parigi

Evacuata la Torre Eiffel

Duemila persone sono state fatte allontanare dal monumento simbolo della capitale e dal Campo di Marte

L'allerta dopo una telefonata di minacce e dopo il ritrovamento di un pacco sospetto

Allarme bomba a Parigi

Evacuata la Torre Eiffel

Duemila persone sono state fatte allontanare dal monumento simbolo della capitale e dal Campo di Marte

La Torre Eiffel

La Torre Eiffel

PARIGI - La Torre Eiffel, il monumento simbolo di Parigi, e il vicino Campo di Marte sono stati evacuati in serata dalla polizia francese dopo un allarme bomba. Lo riferisce l'Afp. Gli agenti hanno allontanato, poco prima delle 21, circa duemila persone (e non 25.000 come appreso inizialmente) nell’area. Un ufficiale della polizia locale ha detto che l’allarme è scattato dopo una telefonata anonima di minacce, ricevuta dalal società che gestisce la Torre e dopo il ritrovamento di un pacco sospetto. I visitatori sono stati e raggruppati sui Lungosenna e la polizia ha eretto perimetri di sicurezza attorno a tutta la zona. Le operazioni di sgombero si sono svolte nella calma e l’intera area è ora isolata.

IN AZIONE CANI ANTI-ESPLOSIVO - Le brigate cinofile della polizia francese sono giunte nella zona della Tour Eiffel e dell'adiacente spianata del Champ de Mars per ispezionare la zona. Sabato scorso il capo dell'antiterrorismo francese, Bernard Squarcini, aveva detto che la minaccia di attentati terroristici in Francia "non è mai stata così alta". L'allarme è scattato circa un'ora dopo l'approvazione in via definitiva, da parte del Senato francese, del divieto per le donne di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici.

Redazione online

14 settembre 2010

 

 

 

 

Le donne non potranno indossare il niqab in negozi, parchi, scuole e mezzi di trasporto

"No al burqa in luoghi pubblici"

La Francia ha votato il divieto

Ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo

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L' offensiva d' agosto sui rom non salva la popolarità di Sarkozy (25 agosto 2010)

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Linea dura di Sarkozy "Il burqa sarà illegale in tutta la Francia" (22 aprile 2010)

Le donne non potranno indossare il niqab in negozi, parchi, scuole e mezzi di trasporto

"No al burqa in luoghi pubblici"

La Francia ha votato il divieto

Ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo

PARIGI - Il senato francese ha approvato oggi in via definitiva il divieto per le donne di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Le donne non potranno più indossare il burqa e il niqab in negozi, parchi, scuole, ospedali, mezzi di trasporto, insomma in tutti i luoghi aperti al pubblico.

Ascolta il commento del nostro corrispondente Stefano Montefiori

IL PROVVEDIMENTO - Dopo l'approvazione dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento, è toccato quindi ai senatori dare il via libera al disegno di legge che prevede un ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo. Il provvedimento è stato seguito da numerose polemiche, ha incassato il parere negativo del Consiglio di Stato, mentre un ricorso è stato presentato al Consiglio costituzionale.

Redazione online

14 settembre 2010

 

REPUBBLICA

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2010-09-15

IL CASO

Fini difende il divieto di burqa

"Giusto, opportuno e doveroso"

Il presidente della Camera plaude alla Francia per un "valore che è anche nella nostra Costituzione: la dignità della donna". E la Lega annuncia un ddl identico. Casini: "Applicare leggi vigenti". Nel Pd, per il segretario Bersani "non è una priorità", sì al divieto di Barbara Pollastrini, no di Giovanna Melandri: "Crociata fuorviante"

Fini difende il divieto di burqa "Giusto, opportuno e doveroso" Gianfranco Fini

ROMA - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, plaude alla legge francese che vieta alle donne di indossare il burqa nei luoghi pubblici. "Quel che ha deciso il parlamento francese - dice Fini a margine della presentazione di un libro - credo sia non solo giusto ma opportuno e doveroso in ragione di un valore che è quello della nostra Carta Costituzionale relativo alla dignità della donna. Che non può essere sottoposta a violenze o comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge".

Le parole di Fini suonano come un rilancio della questione burqa anche in Italia. E con perfetto tempismo, il capogruppo alla Camera della Lega Nord, Marco Reguzzoni, annuncia per venerdi 17 settembre la presentazione di "un disegno di legge esattamente identico alla legge dello Stato francese" in modo che "risulterebbe molto più difficile per la Commissione europea contestarne la validità e i principi".

Se per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani "la questione del burqa" non è "una priorità davanti a problemi come, per esempio, il precariato nella scuola'", all'idea di un divieto le donne del partito si dividono. Barbara Pollastrini, ex ministro delle Pari Opportunità, è per il "sì" ma con una legge "saggia ed efficace". "Sono - dice - per una legislazione che preveda alcuni divieti relativi agli spazi pubblici, come le scuole, ma che tenga aperto il principio di dialogo e libertà religiosa". Decisamente contraria Giovanna Melandri, perché le vigenti norme di pubblica sicurezza "possono ben essere intese come utilizzabili anche a tutela della dignità della persona, in armonia con la tradizione di principi e di valori giuridici europei". "Prendere atto lucidamente di questo - sottolinea la Melandri -, potrebbe essere un dato importante per evitare di buttarci in crociate che diventerebbero assurde e fuorvianti".

Speculare riflessione quella del leader Udc Pier Ferdinando Casini: "Su questo tema bisogna essere chiari, senza alimentare scontri di civiltà. La decisione presa dal Parlamento francese è pienamente condivisibile ma, a chi chiede che venga fatto altrettanto in Italia, ricordo che basterebbe applicare le leggi vigenti. Che impongono l'obbligo dell'identificazione ai fini di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica".

La legge a cui fanno riferimento Casini e Melandri è quella del 1975 in materia di ordine pubblico, che la Lega provò a modificare con una proposta di legge 1 proprio per vietare il burqa, pena due anni di reclusione, nell'ottobre del 2009. Si trattava, in sostanza, di due semplici articoli con cui "aggiornare" la legge del 1975, che vieta di utilizzare "senza un giustificato motivo" l'uso di caschi o qualsiasi altro elemento di vestiario che impedisca il riconoscimento. E per la Lega, il credo religioso non è "giustificato motivo", dicitura di cui il Carroccio aveva chiesto la rimozione dal testo. Proposta fortemente avversata dall'opposizione con l'arma della sua incostituzionalità, perché andrebbe a ledere la libertà di culto garantita dalla nostra Carta.

Pochi giorni dopo la proposta della Lega, della questione si interessò Mara Garfagna 2, ministro per le Pari Opportunità, spostando l'avversione al burqa nell'ambito delle violenze subite dalle donne. "Non in quanto simboli religiosi - aveva infatti precisato il ministro - come, per esempio, il velo, bensì per le storie che nascondono, storie di donne cui vengono negati diritti fondamentali come l'istruzione o la possibilità di lavorare, storie di violenza e di sopraffazione". Mara Garfagna aveva quindi detto di volerne parlare con il ministro dell'Interno Roberto Maroni e, soprattutto, con quello dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Per vietare il burqa a scuola, ovviamente, "luogo primario di integrazione ed emancipazione. Può essere un segnale importante" aveva spiegato il ministro per le Pari Opportunità.

(15 settembre 2010)

 

 

 

 

2010-09-14

FRANCIA

Allarme bomba, paura a Parigi

evacuate Torre Eiffel e metrò

Una telefonata anonima e il ritrovamento di un pacco sospetto hanno fatto scattare l'emergenza. Allontanate duemila persone dal monumento e dall'area circostante. Chiusa anche la centrale stazione di Saint Michel ma l'emergenza è cessata

Allarme bomba, paura a Parigi evacuate Torre Eiffel e metrò

PARIGI - Allarme bomba alla torre Eiffel. La polizia ha evacuato il più importante monumento parigino e la zona circostante, il Campo di Marte, dopo che la società che gestisce la Tour Eiffel ha ricevuto una telefonata anonima intorno alle 20.20. Subito dopo imponenti forze di polizia sono intervenute sul posto e hanno sgomberato con molta calma l'ampia area turistica dove si trovavano circa duemila persone.

Poco dopo anche la stazione metropolitana di Saint-Michel, nel cuore di Parigi, è stata evacuata per un altro allarme bomba. E' quanto riferiscono la Ratp e la Sncf, le due società che gestiscono rispettivamente la metropolitana di Parigi e le ferrovie francesi. Ma l'allarme è presto rientrato.

Un agente di polizia, che ha chiesto di restare anonimo, ha precisato che l'allarme alla Torre Eiffel è scattato in seguito a una telefonata e dopo il ritrovamento di un pacco sospetto. I turisti sono stati fatti scendere ordinatamente dalla torre e sono stati indirizzati verso i marciapiedi lungo la Senna. L'intera zona è stata chiusa. Le brigate cinofile sono giunte nell'area della Tour Eiffel e dell'adiacente spianata di Champ de Mars per verificare eventuale presenza di esplosivo.

Già nei giorni scorsi il capo dell'antiterrorismo francese ha lanciato l'allarme per alto rischio di un attentato kamikaze in Francia. "Bisogna essere chiari- ha detto Bernard Squarcini in un'intervista al Journal du Dimanche - il nostro Paese, a causa della sua storia, del suo impegno in Afghanistan, delle sue posizioni in materia di politica estera, delle polemiche sul velo integrale 1, è oggetto di un interesse particolare da parte di alcuni movimenti islamici radicali". Oggi "siamo allo stesso livello di minacce del 1995 "tutti i campanelli d'allarme sono sul rosso" e "vi sono delle ragioni oggettive per essere inquieti, la minaccia non è mai stata così grande". Secondo il capo dell'antiterrorismo la minaccia che incombe sulla Francia è triplice: i francesi convertiti pronti ad agire da soli, un commando di al Qaeda Maghreb Islamico (Aqmi), i jihadisti che vanno in Afghanistan o Yemen e tornano clandestinamente per proseguire la loro battaglia sul territorio francese. In particolare per quanto riguarda Aqmi, Squarcini ha detto di "attendersi attentati" in Francia: "Quindici anni fa, quando subimmo la serie di attentati del 1995, la minaccia ci arrivava unicamente dall'est di Algeri. Ora si è estesa in modo considerevole".

(14 settembre 2010) © Riproduzione riservata

 

 

L'UNITA'

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2010-09-15

Fini: "Divieto burqa opportuno e doveroso"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini definisce "non soltanto giusto, ma opportuno e doveroso" il divieto di indossare il burqa deciso dal Parlamento francese. Lo dice intervenendo alla presentazione del volume "Benvenuto nuovo cittadino italiano-Guida alla Costituzione per cittadini stranieri", spiegando la sua posizione "in ragione di un valore della nostra Carta costituzionale relativo alla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse rispetto a quelle della legge".

La Costituzione rappresenta "la carta fondamentale della convivenza per garantire un'effettiva integrazione" degli immigrati, ha sottolineato Fini. In questo modo, ha detto ancora il numero uno dell'Assemblea di Montecitorio, sarà possibile garantire la convivenza "tra tutti coloro che sono cittadini, a prescindere dalla loro appartenenza etnica, da quale Paese provengono e da quale religione professano", di fronte alle "crepe" che presentano alcuni modelli a cui si è guardato in passato, vale a dire l'"assimilazionismo" francese o il "multiculturalismo" dei Paesi nord-europei. All'immigrato non va chiesto perciò di "rinnegare una precedente identità", ma di viverla "in piena sintonia con i valori della nostra Costituzione", quindi "sottolineando la cultura dei diritti e dei doveri".

15 settembre 2010

 

 

 

 

2010-09-14

Allarme bomba sulla Torre Eiffel A Parigi evacuate 25 mila persone

La Torre Eiffel, il monumento simbolo di Parigi, è stata evacuata stasera in seguito ad un allarme bomba. Lo riferisce l'agenzia Afp. La polizia ha fatto evacuare anche il Campo di Marte, l'aera attigua alla Torre Eiffel, ha aggiunto la Afp.

È scattato poco prima delle 21:00 in seguito a una telefonata anonima e al ritrovamento di un pacco sospetto l'allarme che ha portato all'evacuazione della Torre Eiffel a Parigi e del Champ de Mars, la spianata adiacente al più celebre monumento della capitale francese. Lo ha riferito un agente di polizia che ha chiesto di restare anonimo. Sulla torre c'erano circa 25.000 persone e le operazioni di sgombero si sono svolte nella calma. I visitatori sono stati e raggruppati sui Lungosenna e la polizia ha eretto perimetri di sicurezza attorno a tutta la zona.

14 settembre 2010

 

 

 

 

Bersani a Veltroni: "Non siamo un partito del predellino"

"Se servirò mi candiderò". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato dal TG1 ha risposto a proposito della sua candidatura alle primarie per la premiership del centrosinistra. Quindi Bersani ha chiarito la sua idea di Nuovo Ulivo: "Noi non vogliamo rifare l'Unione, vogliamo, chiamandolo nuovo Ulivo, rivolgerci alle forze disponibili di ingaggiarsi in un patto di governo, ho fissato alcuni paletti, a partire da questo patto, se ci saranno le condizioni per un accordo di governo ci rivolgeremo a tutte le forze di opposizione, anche all'Udc, e a tutti quelli che hanno a cuore il nostro sistema democratico, tipo fare una legge elettorale nuova".

"Ma noi - ha puntualizzato Bersani interpellato sulle posizioni espresse da Walter Veltroni - non siamo un partito del predellino, abbiamo una maggioranza e una minoranza, che si sta riorganizzando, ma la maggioranza che ha vinto il congresso ha una linea e su questa si va avanti".

Intanto, è iniziato nella sede del Pd il coordinamento convocato dal segretario Pier Luigi Bersani. Sono presenti tutti i dirigenti delle varie componenti da Walter Veltroni a Beppe Fioroni, Dario Franceschini, Franco Marini, Antonio Bassolino, Ignazio Marino, Massimo D'Alema ed Enrico Letta.

14 settembre 2010

 

 

 

Burqa, il Parlamento francese approva il bando totale

Definitivo via libera del Parlamento francese al progetto di legge per mettere al bando il velo integrale islamico su tutto il territorio nazionale, incluse strade e piazze, nonostante il parere negativo del consiglio di Stato e il disagio espresso dalle comunità musulmane. La Francia diventa così il primo Stato europeo a censurare il burqa, una misura allo studio anche in Belgio, dove la sua adozione si è però arenata a causa della crisi politica. Dopo l'ok dell'Assemblea nazionale, lo scorso luglio, il testo - fortemente voluto dal presidente Nicolas Sarkozy - è stato approvato oggi dalla maggioranza dei senatori (246 a favore, 1 contrario).

L'adozione definitiva dovrà però essere convalidata dalla corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi nelle prossime settimane. "Vivere la Repubblica a volto scoperto" è "una questione di dignità e di eguaglianza", ha detto il ministro della Giustizia, Michele Alliot-Marie. Lanciata da un parlamentare comunista, Andrè Gerin, l'idea di censurare il velo è stata poi ripresa dall'Ump, il partito di destra al potere. Sarkozy ha più volte ripetuto che il burqa "non è benvenuto nel territorio della Repubblica". Oggi,i senatori della destra hanno votato compatti insieme con i centristi.

Benchè contrari all'uso del velo integrale, la maggior parte dei deputati della sinistra all'opposizione (socialisti, verdi e comunisti), non hanno partecipato al voto, evocando il "rischio giuridico" di un bando totale, visto che a loro avviso una censura del consiglio costituzionale rappresenterebbe "un regalo" per gli integralisti. Il consiglio di Stato ha già espresso le sue riserve su un bando generalizzato, e secondo diversi giuristi la Francia si espone anche a una condanna della Corte europea dei diritti umani. A inizio estate, critiche erano state espresse da Amnesty International. Mentre il consiglio del culto musulmano (Cfcm) dice che il progetto "rischia di stigmatizzare l'Islam".

Per mesi, la diplomazia di Parigi ha effettuato un pressing sui Paesi musulmani per scongiurare boicottaggi e proteste, evitando l'errore del 2004, quando la legge per il divieto del velo nelle scuole scatenò dure campagne anti-francesi. Secondo diversi esperti, è tuttavia probabile che reazioni ostili giungeranno da Paesi come l'Iran, l'Algeria o il Pakistan. Chi viola la legge incorrerà in una multa di 150 euro e/o in un corso di educazione civica. Sanzioni che entreranno vigore solo dopo 6 mesi dalla promulgazione. Chi obbliga una donna a coprirsi integralmente rischia invece un anno di carcere e una multa da 30.000 euro. Pene raddoppiate se la donna è minore. Quella francese è prima comunità musulmana d'Europa (tra i 5 e i 6 milioni di persone, ma solo 2.000 donne indossano il burqa o il niqab).

14 settembre 2010

 

il SOLE 24 ORE

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2010-09-15

Fini: "Bene il parlamento francese, opportuno e doveroso vietare il burqa anche in Italia"

di Nicoletta CottoneCronologia articolo15 settembre 2010Commenta

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 18:17.

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L'Italia sull'uso del burqa dovrebbe seguire le orme della Francia, dove il Parlamento ha dato ieri il via libera definitivo alla messa al bando del velo integrale islamico nei luoghi pubblici. A dirlo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della presentazione del libro di Marco Angelelli "Benvenuto nuovo cittadino italiano - Guida alla Costituzione per cittadini stranieri"

"Quello che ha deciso il parlamento francese in ordine al divieto del burqa - ha detto Fini - credo sia non soltanto giusto, ma opportuno e doveroso in ragione di un valore che è quello della nostra carta costituzionale in relazione alla dignità della donna che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse da quelle della legge".

Una chiara presa di posizione, mentre la Lega Nord ha fatto sapere, per voce del capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, che il gruppo presenterà venerdì 17 settembre un disegno di legge esattamente identico alla legge dello Stato francese. "Sarebbe giusto approvare, anche nel nostro Paese, un provvedimento uguale: in tal modo risulterebbe molto più difficile per la Commissione europea contestarne la validità e i principi".

In realtà il Parlamento sta già esaminando otto proposte di legge, che vietano in modo esplicito di indossare burqa e niqab, compresa una del leghista Cota (prevede anche l'arresto fino a 2 anni e un'ammenda fino a 2mila euro per i trasgressori) . Quasi tutte, in un solo articolo, chiedono la modifica dell'articolo 5 della legge 152/1975, relativo al divieto di indossare caschi o indumenti che rendono difficoltoso il riconoscimento delle persone. Entrando nei particolari questo articolo vieta di indossare caschi e "qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. Il divieto si applica anche agli altri indumenti". Dunque anche a burqa e niqab.

Ecco come si comporta il resto d'Europa sul velo islamico

 

 

 

Napolitano chiede più risorse per la scuola. La politica? Ritrovi la moralità

di Celestina DominelliCronologia articolo15 settembre 2010Commenta

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 13:24.

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Difende la scuola alla quale "bisogna assicurare più risorse". E mette in guardia anche sui rischi legati a tagli indiscriminati. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è arrivato a Giffoni, piccole comune del salernitano, per partecipare al Giffoni Film Festival, kermesse cinematografica dedicata esclusivamente ai ragazzi. Ed è a loro, a un pubblico giovanissimo, che il presidente della Repubblica consegna un chiaro messaggio. "Alla scuola - spiega Napolitano - bisogna assicurare più risorse, ma abbiamo bisogno anche di attività informativa e impegno". Nella scuola, continua il capo dello Stato, "è necessario incoraggiare il merito. La Costituzione fa riferimento ai capaci e ai meritevoli, va incoraggiato chi si applica e realizza di più".

La platea ascolta le parole di Napolitano e lui, rispondendo alla domanda di una giovane studentessa, pianta altri paletti. A cominciare dalla necessità di sostenere la cultura. "Bisogna investire di più - ragiona l'inquilino del Colle -. L'ho detto più volte, non posso prescrivere al Governo come e quanto deve investire. Se non si investe nella cultura spesso è per miopia, perché si guarda alle urgenze e non al futuro". Poi torna sull'importanza di evitare tagli indiscriminati per tenere sotto controllo i conti dello Stato. "In Italia - continua Napolitano - dobbiamo fare uno sforzo analogo a quello che ha fatto la Germania che ha annunciato notevoli tagli che riguardano la spesa sociale, ma allo stesso tempo ha aumentato la spesa pubblica per ricerca e innovazione. È necessario tagliare, ma non si deve fare in modo indifferenziato in tutti i settori".

Quindi il presidente della Repubblica invita a intensificare gli sforzi per far rientrare i nostri cervelli emigrati all'estero ("serve una svolta decisiva"). E rivolge subito dopo lo sguardo alla politica e alle tensioni interne alla maggioranza. "Bisogna ricostruire un clima di rilancio culturale e morale della politica - prosegue il presidente. Perché la politica è sì "ricerca delle soluzioni dei problemi", ma non può mai prescindere dal possesso "dello spessore culturale e dalla moralità". Uno studente gli chiede come fanno a cooperare insieme persone che sono diverse tra loro, Napolitano risponde con calma scandendo bene le parole. "È essenziale - dice - scegliere gli obiettivi comuni. Poi basta spogliarsi degli eccessi di partigianeria, rinunciare a egoismo e meschinità".

 

 

 

 

2010-09-14

A Parigi evacuate la Torre Eiffel e il metrò a Saint-Michel per un doppio allarme bomba

Cronologia articolo14 settembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 21:24.

La Torre Eiffel è stata evacuata per un allarme bomba. La polizia parigina ha sgombrato 2mila persone (e non 25mila come annunciato in un primo momento) ed evacuato anche il Campo di Marte, il parco che circonda il monumento simbolo della capitale francese. Un ufficiale della polizia locale ha dichiarato che l'allarme è scattato dopo una telefonata di minacce e il ritrovamento di un pacco sospetto. Allarme ed evacuazione anche nella metropolitana alla fermata di Saint-Michel, nei pressi di Notre-Dame. La polizia ha chiuso l'intera area e i turisti sono stati inquadrati sui marciapiedi lungo la Senna.

Le brigate cinofile della polizia francese sono intanto giunte nella zona della torre. Unità specializzate hanno avviato un'ispezione piano per piano della Torre Eiffel, passando al setaccio anche l'adiacente spianata del Champ de Mars. A riferirlo all'agenzia France Presse la prefettura di polizia di Parigi, che ha aggiunto: "La società che gestisce la Tour Eiffel ha ricevuto una chiamata anonima intorno alle 20,20". La torre raggiunge, con le antenne installate sulla sommità, l'altezza di 324 metri (in origine erano 312) e pesa 10mila tonnellate. Nel 2009 ha registrato 6,6 milioni di visitatori.

Sabato scorso il capo dell'antiterrorismo francese, Bernard Squarcini, aveva detto che la minaccia di attentati terroristici in Francia "non è mai stata così alta". Nell'intervista rilasciata a Le Journal du Dimanche il numero uno dell'antiterrorismo aveva sottolineato con forza il rischio di attentati. "Oggi siamo allo stesso livello di minaccia del 1995", aveva detto Squarcini riferendosi all'anno contrassegnato da un'impressionante serie di bombe sulla metropolitana parigina. "Tutti gli allarmi sono in rosso - aveva aggiunto - tenendo conto delle segnalazioni trasmesse dai nostri partner stranieri e delle nostre osservazioni, ci sono obiettivi motivi per essere preoccupati. La minaccia non è mai stata così grande".

Poi un'analisi dettagliata del pericolo. La minaccia, aveva proseguito Squarcini, può configurarsi come "tripla" in Francia: c'è il "francese convertito che si radicalizza e mette in piedi da solo un'operazione; Al QaEda Maghreb islamico (Aqmi) che invia un commando per commettere attentati in Francia; infine gli "jihadisti", francesi che si trasferiscono in Afghanistan o in Yemen o in Somalia e che rientrano clandestinamente, agguerriti, per proseguire la loro lotta sul territorio francese". In particolare per quanto riguarda Aqmi, Squarcini aveva detto di "attendersi attentati" in Francia: "15 anni fa, quando subimmo la serie di attentati del 1995, la minaccia ci arrivava unicamente dall'est di Algeri. Ora si è estesa in modo considerevole". (Ce. Do.)

 

 

 

Il parlamento francese approva il divieto di indossare in pubblico il velo islamico integrale

Cronologia articolo14 settembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 19:30.

Il senato francese ha approvato in via definitiva il divieto per le donne di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Le donne non potranno più indossare il burqa e il niqab in negozi, parchi, scuole, ospedali, mezzi di trasporto, insomma in tutti i luoghi aperti al pubblico.

Dopo l'approvazione dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento, è toccato quindi ai senatori dare il via libera al disegno di legge che prevede un'ammenda di 150 euro per i trasgressori e pene molto più severe (fino a un anno di carcere e 30mila euro di multa) per chi costringerà una donna ad indossare il velo. Il provvedimento è stato seguito da numerose polemiche, ha incassato il parere negativo del Consiglio di Stato, mentre un ricorso è stato presentato al Consiglio costituzionale.

"Libertà di fede - ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri - ma anche garanzia di sicurezza. È condivisibile la decisione presa in via definitiva dal Senato francese che vieta l'uso del velo islamico integrale nei luoghi pubblici". E ancora. "La religione islamica non impone l'obbligo di indossare burqa né niqab. Si tratta solo - prosegue Gasparri - di una scelta individuale, o di una imposizione. Nel porre in essere tutte le misure di contrasto ad ogni forma di fondamentalismo, il velo integrale potrebbe essere uno strumento di copertura che rende irriconoscibile la persona. Da qui la giusta decisione della Francia".

 

 

Ecco come si comporta il resto d'Europa sul velo islamico

Cronologia articolo14 settembre 2010

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Storia dell'articolo

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 19:34.

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Di seguito la situazione sul velo islamico in alcuni dei Paesi europei:

- Italia: una legge del 1975, che fa parte delle 'disposizioni per la protezione dell'ordine pubblico', vieta di coprire completamente il viso nei luoghi pubblici.

- Francia: Da oggi le donne non potranno più indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici. Il Senato francese si appresta infatti ad approvare in via definitiva il disegno di legge che vieta di indossare burqa e niqab nei "luoghi aperti al pubblico", come i negozi, i parchi, gli autobus, o "destinati a un servizio pubblico", come le scuole o gli ospedali.

- Belgio: il Paese si appresta ad adottare l'interdizione totale del velo islamico integrale. Il progetto di legge approvato a fine aprile dalla Camera dei deputati deve essere ora adottato anche dal Senato.

- Danimarca: il governo ha deciso nel gennaio 2010 di limitare l'uso del burqa e del niqab in tutti gli spazi pubblici, ma senza vietare il velo integrale: la scelta è stata lasciata alle scuole, alle diverse amministrazioni e alle aziende.

- Olanda: numerosi progetti di legge che riguardano il divieto del velo integrale sono tuttora in preparazione.

- Spagna: dopo le iniziative di alcuni comuni, in particolare in Catalogna (Nordest), che proibiscono il velo integrale in pubblico, il governo prevede d'includere in una futura legge sulla "libertà di religione" una misura che restringa l'uso del burqa nei luoghi pubblici.

- Regno Unito: non ci sono leggi che vietano il velo integrale nel paese. Gruppi anti-europei stanno facendo campagna per la loro introduzione e il ministero dell'Istruzione ha pubblicato nel 2007 direttive che permettono ai responsabili di edifici pubblici e scuole confessionali di proibire il niqab.

- Svizzera: il ministero della Giustizia vorrebbe proibire il velo integrale a livello cantonale nei luoghi pubblici, pur prevedendo una serie di eccezioni per i turisti musulmani.

- Germania: in diversi Laender, di cui tre dei più grandi, il velo è proibito alle insegnanti.

- Austria: il dibattito è stato aperto recentemente dal ministro social-democratico per le Donne, Gabriele Heinisch-Hosek, che potrebbe chiedere l'introduzione del divieto del velo integrale nei luoghi pubblici se il numero delle donne completamente velate dovesse aumentare sensibilmente. (fonte Afp)

 

 

 

 

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